"Se vogliamo diventare filosofi dobbiamo almeno una volta nella vita porre in dubbio tutto quello che c' è stato trasmesso." Cartesio
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mercoledì 23 settembre 2015
Non voglio finire così!
E' un pensiero costante in questi giorni. Vedo in giro gente che fa lavori che non ama fare e ovviamente non è felice, ma deve guadagnarsi la pagnotta e quindi....
Io ho capito solo ora cosa voglio studiare: è stato un apprendistato molto difficile, perchè ero condizionata da tutto ciò che avevo appreso negli anni passati, ciò che mi avevano insegnato i miei nonni, ciò che mi avevano insegnato i miei genitori, ciò che mi aveva insegnato la scuola, ciò che mi aveva insegnato la società.
Ero condizionata dalle mie paure, dalla concezione che io stessa avevo di me, dalla concezione che tutti avevano di me.
Però ad un certo punto ho detto: "Ok, ora vediamo chi sono sul serio. Eliminiamo tutto ciò che so, tutto ciò che mi hanno insegnato e tutto ciò che si aspettano da me gli Altri e vediamo che succede!"
Ovviamente, se ogniuno di noi ci provasse scoprirebbe cose di se che ha sempre tenuto all' oscuro e finalmente darebbe luce alla vera persona che è.
Per fare ciò però serve tanta grinta, tanta testardaggine, tanta forza e anche una base su cui appoggiarsi.
Io l' ho fatto adesso perchè ho avuto occasione di parlare con tante persone adulte che cercano di realizzarsi a 40 anni, ma con una famiglia a carico è molto più difficile. Così mi sono detta "ma perchè aspettare di arrivare a 40 per realizzarmi? perchè non fare di tutto per insistere ora nel fare ciò che davvero desidero fare? se anche avessi una sola possibilità, un piccolo spiraglio dal quale vedere la luce e realizzarmi, perchè non tentare? che cos' ho da perdere?"
Sono una che si fa tante domande, ma immagino che si intuisca (infatti adoro anche la filosofia), ma penso che abbiamo solo una vita a disposizione e dobbiamo godercela al massimo e viverla secondo i nostri principi e facendo il massimo per realizzarci ed essere felici.
Io chiedo tanto, lo so, chiedo di fare il lavoro che amo, di lavorare prima di tutto perchè ho la passione per ciò che sto facendo e non perchè devo mangiare.
Dicono che sono una ragazzi in gamba, che sono forte e che otterrò ciò che vorrò....io da parte mia sto facendo il massimo per tirare fuori il vero Io che c' è in me e portare la mia vita dove voglio io...spero di non perdere mai la forza e la grinta ;)
Insistete anche voi....non mollate mai!
Kira
lunedì 21 settembre 2015
Sguardi
domenica 20 settembre 2015
Legati stretti come due noccioli di mandorla
“Sai cosa diceva mia nonna? Che anche dopo anni e anni di matrimonio tutte le volte che vedeva suo marito tornare da lavoro dalla finestra della cucina le tremavano le gambe dall’emozione. Mi faceva sempre l’esempio delle mandorle, che a volte hanno due noccioli all’interno: diceva che lei e suo marito erano così, erano legati stretti come due noccioli di mandorla. Sai come sono fatti i noccioli di mandorla? Stanno uno incastrato nell’altro, uno concavo e uno convesso, devono adattarsi e combaciare. Ecco, finché non troverai una persona che ti faccia sentire così, una persona che sia il tuo nocciolo di mandorla, allora potrai star certa che non sarà la persona con cui passare il resto della tua vita.”
Stephen Littleword
Kira
lunedì 14 settembre 2015
Sognatrice in decadenza
Già, lo sono sempre stata ma inizio a non crederci più...con mio grande dispiacere.
Non so più a che credere, in realtà.
Quest' anno ho fatto un po' di esperienze, ho viaggiato, ho visto altre realtà, ho lavorato in ambiti in cui non mi interessava lavorare e sono cambiata. Ho anche letto tanti libri e tristemente me lo dicevano "non leggere troppo perchè poi ti accorgi di quanto fa schifo il mondo", ma io sono una testarda, cocciuta, caparbia e se non ci sbatto la testa ad oltranza non sono contenta, non mi entra in testa insomma se non me la spacco.
E così, mi sono accorta di tante cose. Chi dice che mi sono svegliata, chi dice che sono cambiata, chi dice che si diventa realisti o peggio cinici, ma purtroppo succede. Forse è un passaggio che prima o poi bisogna fare, un po' come al monopoli: parti dal via, va tutto bene, inizi a prendere i tuoi terreni, ma poi inizi ad andare sulla casella degli imprevisti, inizi ad andare in prigione, inizi a dover pagare e così finchè ritorni al via, tutto contento e il ciclo ricomincia. E la vita forse è un po' così: a certe cose non si sfugge, certe cose le devi fare e basta! Almeno ad un certo punto ne sei consapevole che la vita è questa e puoi solo cercare di non annegare nello schifo che hai attorno. Forse è per questo che ci piace tanto stare con i bambini, perchè vedono il mondo da un' altra prospettiva, cosa che per carità, potremmo fare anche noi adulti, ma purtroppo il nostro cervello vede il mondo dalla vera prospettiva e quindi ha solo dei piccoli momenti di spensieratezza.
Certo non mi arrenderò totalmente, però non e più come prima, purtroppo.
Kira
giovedì 10 settembre 2015
Le anime sono destinate a trovarsi
"Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi.
Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. Probabilmente l’incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un pò di sé, a scoprire pian piano quel che il cuore cela. Imparare a volersi bene,ad accettarsi per i difetti, i pregi, per le arrabbiature e le battute.
O forse accade perchè doveva accadere. Perché le anime son destinate a trovarsi, prima o poi."
Paulo Coelho
Kira
mercoledì 9 settembre 2015
Ricorda che c'è un unico momento importante: questo.
Un giorno, un certo imperatore pensò che se avesse avuto la risposta a tre domande, avrebbe avuto la chiave per risolvere qualunque problema:
• Qual è il momento migliore per intraprendere
qualcosa?
• Quali sono le persone più importanti con cui
collaborare?
• Qual è la cosa che più conta sopra tutte?
L'imperatore emanò un bando per tutto il regno annunciando che chi avesse saputo rispondere alle tre domande avrebbe ricevuto una lauta ricompensa.
L'imperatore non fu soddisfatto da nessuna delle risposte, e la ricompensa non venne assegnata.
Dopo parecchie notti di riflessione, l'imperatore decise di andare a trovare un eremita che viveva sulle montagne e che aveva fama di essere un illuminato. Voleva cercarlo per rivolgere a lui le tre domande, pur sapendo che l'eremita non lasciava mai le montagne e riceveva solo la povera gente, rifiutandosi di trattare con i ricchi e i potenti. Perciò, rivestiti i panni di un semplice contadino, ordinò alla sua scorta di attenderlo ai piedi del monte e si arrampicò da solo su per la china in cerca
dell'eremita.
Giunto alla dimora del sant'uomo, l'imperatore lo trovò che vangava l'orto nei pressi della sua capanna.
Alla vista dello sconosciuto, l'eremita fece un cenno di saluto col capo senza smettere di vangare. La fatica gli si leggeva in volto. Era vecchio, e ogni volta che affondava la vanga per smuovere una zolla, gettava un lamento.
L'imperatore gli si avvicinò e disse: "Sono venuto per chiederti di rispondere a tre domande:
1) Qual è il momento migliore per intraprendere qualcosa?
2) Quali sono le persone più importanti con cui collaborare?
3) Qual è la cosa che più conta sopra tutte?".
L'eremita ascoltò attentamente, ma si limitò a dargli un'amichevole pacca sulla spalla e riprese a vangare.
L'imperatore disse: "Devi essere stanco. Sù, lascia che ti dia una mano''. L'eremita lo ringraziò, gli diede la vanga e si sedette per terra a riposare.
Dopo aver scavato due solchi, l'imperatore si fermò e si, rivolse all'eremita per ripetergli le sue tre domande. Di nuovo quello non rispose, ma si alzò e disse, indicando la vanga: , "Perché non ti riposi? Ora ricomincio io''. Ma l'imperatore continuò a vangare. Passa un'ora, ne passano due.
Finalmente il sole comincia a calare dietro le montagne. L'imperatore mise giù la vanga e disse all'eremita: ''Sono venuto per rivolgerti tre domande. Ma se non sai darmi la risposta ti prego di dirmelo, così me ne ritorno a casa mia''.
L'eremita alzò la testa e domandò all'imperatore:
"Non senti qualcuno che corre verso di noi?".
L'imperatore si voltò. Entrambi videro sbucare dal folto degli alberi un uomo con una lunga barba bianca che correva a perdifiato premendosi le mani insanguinate sullo stomaco. L'uomo puntò verso l'imperatore, prima di accasciarsi al suolo con un gemito, privo di sensi.
Rimossi gli indumenti, videro che era stato ferito gravemente. L'imperatore pulì la ferita e la fasciò servendosi della propria camicia che però in pochi istanti fu completamente intrisa di sangue. Allora la sciacquò e rifece la fasciatura più volte, finché l'emorragia non si fu fermata.
Alla fine il ferito riprese i sensi e chiese da bere. L'imperatore corse al fiume e ritornò con una brocca d'acqua fresca. Nel frattempo, il sole era, tramontato e l'aria notturna cominciava a farsi fredda. L'eremita aiutò l'imperatore a trasportare il ferito nella capanna e ad adagiarlo sul suo letto. L'uomo chiuse gli occhi e restò immobile. L'imperatore era sfinito dalla lunga arrampicata e dal lavoro nell'orto. Si appoggiò al vano della porta e si addormentò. Al suo risveglio, il sole era già alto. Per un attimo dimenticò dov'era e cos'era venuto a fare. Gettò un'occhiata al letto e vide il ferito che si guardava attorno smarrito. Alla vista dell'imperatore, si mise a fissarlo intensamente e gli disse in un
sussurro: "Vi prego, perdonatemi". "Ma di che cosa devo perdonarti?", rispose l'imperatore.
'Voi non mi conoscete, maestà, ma lo vi conosco. Ero vostro nemico mortale e avevo giurato di vendicarmi perché nell'ultima guerra uccideste mio fratello e vi impossessaste dei miei beni. Quando seppi che andavate da solo sulle montagne in cerca dell'eremita, decisi di
tendervi un agguato sulla via del ritorno e uccidervi. Ma dopo molte ore di attesa non vi eravate ancora fatto vivo, perciò decisi di lasciare il mio nascondiglio per venirvi a
cercare. Ma invece di trovare voi mi sono imbattuto nella scorta, che mi ha riconosciuto e mi ha ferito. Per fortuna,
sono riuscito a fuggire e ad arrivare fin qui. Se non vi avessi incontrato, a quest'ora sarei morto certamente.
Volevo uccidervi, e invece mi avete salvato la vita! La mia vergogna e la mia riconoscenza sono indicibili. Se vivo, giuro di servirvi per il resto dei miei giorni e di imporre ai miei figli e nipoti di fare altrettanto. Vi prego, concedetemi il vostro perdono''.
L'imperatore si rallegrò infinitamente dell'inattesa riconciliazione con un uomo che gli era stato nemico. Non solo lo perdonò, ma promise di restituirgli i beni e mandargli il medico e i servitori di corte per accudirlo finché non fosse completamente guarito. Ordinò alla sua scorta di riaccompagnarlo a casa, poi andò in cerca dell'eremita. Prima di ritornare a palazzo, voleva riproporgli le tre domande per l'ultima volta. Lo trovò che seminava nel terreno dove il giorno prima avevano vangato.
L'eremita si alzò e guardò l'imperatore. "Ma le tue domande hanno già avuto risposta".
"Come sarebbe?", chiese l'imperatore, perplesso.
"Se ieri non avessi avuto pietà della mia vecchiaia e non mi avessi aiutato a scavare questi solchi, saresti stato
aggredito da quell'uomo sulla via del ritorno. Allora ti saresti pentito amaramente di non essere rimasto con me. Perciò, il momento più importante era quello in cui scavavi i solchi, la persona più importante ero io, e la cosa più importante da fare era aiutarmi. Più tardi, quando è arrivato il ferito, il momento più importante
era quello in cui gli hai medicato la ferita, perché se tu non lo avessi curato sarebbe morto e avresti perso l'occasione di riconciliarti con lui. Per lo stesso motivo,
la persona più importante era lui e la cosa più importante da fare era medicare la sua ferita.
Ricorda che c'è un unico momento importante: questo. Il presente è il solo
momento di cui siamo padroni. La persona più importante è sempre quella con cui siamo, quella che ci sta di fronte,
perché chi può dire se in futuro avremo a che fare con altre persone?
La cosa che più conta sopra tutte è rendere felice la persona che ti sta accanto, perché solo questo è lo scopo della vita''.
Kira
Prendi il controllo della tua vita!
C' è un momento in cui devi prendere il controllo della tua vita...
Immaginati su una carrozza, al tuo fianco una persona che tiene le redini e conduce i cavalli e la carrozza dove vuole lui/lei.
Ad un certo punto ti accorgi che stai andando in un posto in cui non vuoi andare.
Ti dicono che invece è il posto giusto, ma tu senti con tutto/a te stesso/a che quella non è la direzione giusta.
Non ti ascoltano.
Sono convinti di ciò che dicono.
Allora non c' è altra soluzione: prendi quelle cazzo di redini e fai fare retrò front ai cavalli e conducili dove dici tu!!
Forse andrai a rilento in certi momenti, in altri andrai più veloce ma la cosa importante è che sia tu a condurre la carrozza!!
Kira
mercoledì 2 settembre 2015
Quel brivido...
Quel brivido che senti quando ti accorgi, dopo tanto tempo, di te stessa, che esisti, che è giusto ascoltare la propria voce interiore e che la tua vita sta finalmente prendendo la piega che vuoi tu..
Kira