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sabato 25 febbraio 2017

Ansia ansia ansia

E poi ci rifletto su e capisco che a volte ho paura di essere felice felice.
Ho paura di lasciare andare quella parte di me inquieta.
Ho paura che senza quella non sarò più io e forse questo mi spaventa.
Ne ho fatti tanti di cambiamenti, sia su me stessa che all' esterno, ma c' è ancora questa piccola me legata al passato.

Temo di arrivare in quel punto in cui si ha il lavoro, la casa, l' amore, le amiche e mi domando:
"E poi?
Poi cosa accadrà?
Ci sarà altro da scoprire o sarà tutto tremendamente piatto?"

È l' ansia anticipatoria che mi gioca questo brutto scherzo. Non a caso amo la psicologia ed il cervello e sono follemente innamorata della materia.
So che la mia è solo ansia di un qualcosa di negativo che non è detto che accadrà. È successo lo stesso con l' argomento ragazzi, ma ho imparato a gestire la cosa.

Temo l' immobilità.
Temo di non poter continuare ad evolvere a livello personale.

Sono una donna matura, ma non voglio diventare un robot come tanti, che fanno tutto in modo meccanico, che dicono tutto in modo ripetitivo, che non ragionano. E forse è per questo che ho così paura di raggiungere degli obiettivi.
Ma, come dicevo prima, le mie ansie sono solo pensieri eccessivi. Niente di tutto ciò accadrà necessariamente se io farò il massimo per rimanere vigile e presente.

E allora, andiamo a conquistarci i nostri piccoli traguardi, per una vita migliore!!!

Kira

venerdì 17 febbraio 2017

Consumatori incalliti

Eppure è incredibile.
Più ci penso più comprendo quanto poco siamo padroni di noi stessi.
Questa società moderna, come forse lo era comunque nei tempi passati, ci spinge a volere e a comprare tutto ciò che non abbiamo, ma quando poi lo abbiamo non siamo comunque felici, vogliamo di più, vogliamo tutto e subito.
Chi vuole l' ultimo modello dell' iPhone
Chi vuole vestiti.
Chi vuole gioielli.
Chi vuole libri.

Ma poi quando li abbiamo è cambiato davvero qualcosa dentro di noi? In modo duraturo? Siamo davvero felici o stiamo solo sfogando un malessere interno?

Non lo so. Io faccio parte, (ma sto cercando di migliorare), di quelli che vogliono tutti i libri.
Poi sono arrivata a chiedermi se non fosse più che altro un sintomo nevrotico... e forse anche un po' compulsivo.

Tutti questi oggetti non danno la felicità nel vero senso di felicità, secondo me.

Allora perché tutti noi, chi più chi meno, ne è soggetto?
Temo che sia questa epoca. Ci trasmette così tanti stimoli, forse troppi, per cui arriviamo a desiderare ogni cosa, senza capire ciò che davvero ci rende felici e senza capire che a volte avere poco è ciò che ci fa stare bene davvero, sereni.

Eppure se ci si guarda attorno tutti corrono, tutti sono presi da fare 104746286376483 cose, ma in modo automatico, senza pensare se lo vogliono davvero, senza sapersi fermare a guardare un lago, un tramonto, senza fermarsi a baciare, amare.
Queste cose che non si possiedono, ma osservarle con più consapevolezza ci permetterebbe di saperle apprezzare di più.
Invece no, via di corsa a comprare, a fare.
Un tramonto?! Bah, roba di poco valore.
Un bacio?! Bah, non c' è tempo.
Un abbraccio?! Bah, bisogna essere concreti.

Ma siamo umani, UMANI!!! Non robot!!

Forse ci vorrà del tempo perché si riesca a diventare (tutti quanti) più consapevoli e a dare il giusto valore alle cose, alle persone e ai gesti, ma io ci credo!!
Continuerò a lottare su questo versante, perché amo!

Kira